Siamo lieti di presentarvi una preziosa analisi del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), un’autorevole fonte di informazioni sul settore escursionistico e speleologico in Italia.

Questa analisi fornisce dati importanti sulle attività svolte dal CNSAS nel 2022 e rappresenta un valido strumento per chiunque desideri approfondire le proprie conoscenze in questo campo.

Desideriamo sottolineare l’importanza che noi di ASSILIFE attribuiamo alla sicurezza degli escursionisti e dei nostri assicurati. Da anni offriamo una soluzione assicurativa outdoor specifica per l’escursionismo, che copre molte eventualità e garantisce la massima tranquillità durante le vostre escursioni in montagna.

Inoltre, siamo fieri di contribuire alla divulgazione delle analisi del CNSAS ai nostri assicurati. Riteniamo che conoscere le attività del CNSAS e le statistiche sull’incidentalità in montagna sia un importante strumento per la prevenzione degli incidenti e la promozione della sicurezza durante le attività all’aperto.

Ricordiamo sempre che la sicurezza in montagna dipende anche dalla preparazione e dalla prudenza di chi vi si avventura. Ma con la giusta copertura assicurativa e la conoscenza dei dati e delle statistiche, si può minimizzare il rischio di incidenti e godere appieno delle bellezze naturali che la montagna offre.

Ringraziamo il CNSAS per la loro attenzione e impegno nella promozione della sicurezza in montagna e continueremo a diffondere le loro analisi tra i nostri assicurati e tutti coloro che amano la montagna.

Attività svolte dal CNSAS nel 2022

Il CNSAS ha svolto numerose attività nel 2022, dedicando il proprio impegno alla salvaguardia della sicurezza e della salute degli appassionati di montagna e degli speleologi. Il loro team di soccorso alpino è stato impegnato in oltre 1500 interventi di soccorso e recupero, garantendo un’assistenza tempestiva e di qualità in tutte le situazioni di emergenza.

Il CNSAS ha anche promosso numerose attività formative per i suoi volontari, offrendo loro la possibilità di migliorare le loro competenze tecniche e di approfondire le loro conoscenze del territorio montano. Tra le attività formative più importanti si segnalano i corsi di formazione per soccorritori alpini e speleologi, i corsi di gestione delle emergenze in ambiente montano e i corsi di primo soccorso avanzato.

Nel 2022 CNSAS continuato a sostenere numerosi progetti di ricerca, tra cui studi sulla fauna e sulla flora alpina, ricerche sulle tecnologie per il soccorso in montagna e indagini sulle dinamiche dei ghiacciai.

Inoltre, il CNSAS ha partecipato attivamente a numerose iniziative per la divulgazione scientifica, promuovendo convegni, conferenze e seminari per la diffusione delle conoscenze scientifiche nel settore alpino.

CNSAS è fortemente impegnato nella salvaguardia dell’ambiente e nella promozione di uno sviluppo sostenibile delle attività in montagna.

Nel corso del 2022 CNSAS ha collaborato con numerose associazioni e istituzioni per promuovere l’educazione ambientale e sensibilizzare la popolazione sulle problematiche legate all’ambiente alpino.

CNSAS ha adottato politiche e strategie di gestione ambientale per ridurre l’impatto delle sue attività sull’ambiente, promuovendo l’uso di tecnologie eco-sostenibili e la riduzione dei rifiuti.

Ci auguriamo che questo resoconto delle attività del CNSAS nel 2022 vi sia utile, per le vostre attività.

Se avete bisogno di ulteriori informazioni sui servizi del CNSAS, potete farlo sul loro sito, cosi come anche sostenerli.

L’elisoccorso è la modalità di soccorso utilizzata in montagna (e non solo), che si effettua quando il luogo dell’intervento non è raggiungibile con altri mezzi .

Non a tutti però è chiaro come funziona, vediamo di scoprirlo.

Il Soccorso Alpino

Attualmente i servizi di elisoccorso sanitario in Italia sono organizzati su base regionale, o provinciale e sono inseriti nel contesto del servizio 118 – Emergenza sanitaria, l’organizzazione appartenente alle ASL deputata al trattamento dell’emergenza-urgenza extraospedaliera con ambulanze e automediche per il primo soccorso e il trasporto sanitario d’urgenza verso i DEA o i pronto soccorso della rete ospedaliera.

In casi particolari i mezzi di altri Enti e corpi dello Stato possono concorrere allo svolgimento dei servizi di istituto del servizio regionale di elisoccorso. Nell’ambito del servizio 118 operano anche mezzi e personale di altri enti, come Croce Rossa Italiana, Vigili del fuoco, Polizia di Stato Arma dei Carabinieri o associazioni di volontariato convenzionate come ANPAS o Misericordie).

I principali riferimenti normativi sono rappresentati dal D.P.R. 27/03/1992 e dai documenti applicativi (linee guida) emanati della Conferenza Stato-regioni, oltre naturalmente alla normativa aeronautica specifica (JAR-OPS ed ENAC).

Il quadro normativo Europeo riguardante l’elisoccorso sanitario è stato ulteriormente ampliato e modificato con il Regolamento Comunitario UE 965/2012, entrato in vigore il 28 ottobre 2014.

La maggior parte dei servizi di elisoccorso sanitario sono esercitati da Società private di lavoro aereo titolari di TPP (trasporto pubblico passeggeri, secondo la normativa ENAC) mediante appalto da parte del Servizio Sanitario Nazionale (Regione o ASL).

In alcune regioni, come ad esempio in Liguria, il servizio viene svolto anche dal Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco sempre in convenzione con le ASL o con la regione.

In Trentino, (per la sola provincia di Trento) il servizio è svolto dal Nucelo Elicotteri della Provincia Autonoma di Trento; parte integrante del Corpo Permanente dei Vigili del Fuoco della Provincia.

Trasporto e soccorso: gratuiti solo per l’emergenza sanitaria

L’inserimento dell’attività di soccorso alpino fra i servizi di emergenza sanitaria fa sì che ad esso si applichi l’articolo 11 del Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza”, che stabilisce quanto segue:

“Gli oneri delle prestazioni di trasporto e soccorso sono a carico del servizio sanitario nazionale solo se il trasporto è disposto dalla centrale operativa e comporta il ricovero del paziente.

Detti oneri sono altresì a carico del servizio sanitario nazionale anche in mancanza di ricovero determinata da accertamenti effettuati al pronto soccorso”

Questo punto è il discrimine fondamentale su cui alcune regioni si sono basate per l’imposizione dei ticket a carico delle persone soccorse.

Si tratta in sostanza di un’applicazione letterale dell’articolo di legge: nel momento in cui il medico non ravvisa la necessità del ricovero in pronto soccorso, il trasporto e il soccorso non possono essere considerati come attività di emergenza.

In questi casi gli interventi non possono essere messi a totale carico del servizio sanitario nazionale, ma necessitano di una compartecipazione alla spesa, parziale o totale, da parte del recuperato.

A motivazione di questo “puntiglio” nell’applicazione della norma vengono spesso chiamate in causa, da parte dei legislatori regionali, la particolare complessità, onerosità e pericolosità degli interventi di recupero e soccorso in montagna, ritenendo inoltre che l’onere finanziario possa avere anche un valore dissuasivo di comportamenti irresponsabili (che sono infatti quelli per i quali la compartecipazione alla spesa è maggiormente elevata).

Di seguito alcuni link utili per visionare le diverse disposizioni regionali sull’argomento:

REGIONE LIGURIA Servizio Elisoccorso

REGIONE LOMBARDIA Servizio Elisoccorso

REGIONE TRENTINO Servizio Elisoccorso

REGIONE PIEMONTE Servizio Elisoccorso

REGIONE VAL D’AOSTA Servizio Elisoccorso

Con ultimo aggiornamento (settembre 2020) di OUTDOOR Daily consentirà ai nostri partner di assicurare anche persone di paesi extra Area Economica Europea.

Questa novità consentirà ampliamento della propria attività e di conseguenza dei servizi offerti ad una platea molto più vasta, di utenti.

Ci sono delle variante in termini di garanzie e massimali, che potrete scoprire sulla pagina specifica delle GARANZIE, consigliamo comunque sempre di scaricare intero SET-INFORMATIVO.

OUTDOOR 365 è stata aggiornata, con inserimento delle infezioni da COVID-19.

Pertanto tutte le polizze emesse dopo il 30 giugno 2020, saranno valide anche nel caso in cui gli Assicurati contraggano infezione da Covid-19, che manifesti durante le attività assicurate.

Scarica il SET-INFORMATIVO OUTDOOR Daily

troverai i dettagli nelle esclusioni Comuni a tutte le Garanzie pagina 3 lettera t) e Clausola COVID-19 pagina 4.

Assilife grazie al partner ERGO Assicurazione Viaggi, rinnova il prodotto Outdoor Assicurazione Escursionismo.

Le attività adesso assicurabili sono molteplici ed anche le garanzie sono state implementate, fermo restando il premio giornaliero di 3,00 euro.

Altra importante novità la possibilità di assicurare, persone residenti e domiciliate nei paesi della EEA – European Economic Area: (Area Economica Europea) Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Rep. Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Svizzera.

L’assicurazione è sempre attivabile ONLINE anche lo stesso giorno dell’inizio dell’attività.

Il responsabile della segnaletica in montagna è il CAI, Club Alpino Italiano e la rete complessiva dei sentieri segnati e curati è stimata in oltre 60.000 km.

“Il CAI, avvalendosi dell’apporto diretto dei soci, individua, segna e cura i sentieri. Un impegno per offrire sicurezza agli escursionisti, conoscere, valorizzare e tutelare i grandi spazi della natura e delle culture della montagna italiana, promuovere un turismo sostenibile. Il colore bianco-rosso è il “filo d’Arianna” dell’escursionismo.”

Per andare in montagna in sicurezza è bene conoscere la segnaletica. Vediamo quindi la classificazione dei sentieri:
-escursionistico: sentiero privo di difficoltà tecniche. Rappresenta il 75% degli itinerari dell’intera rete sentieristica ed è indicato come E.
-alpinistico: si sviluppa in zone impervie, che richiedono all’ escursionista una conoscenza tecnica di base. A volte è attrezzato con corrimano, scale ed è indicato come EE.
-via ferrata o attrezzata: conduce l’alpinista su pareti rocciose, prevalentemente attrezzate con funi o scale. È necessaria l’attrezzatura adeguata ed è classificato come EEA.

I sentieri vengono poi classificati per difficoltà:
-T indica itinerari turistici su comodi sentieri e una preparazione fisica alla camminata;
-E indica itinerari escursionistici, che richiedono senso dell’orientamento, esperienza e conoscenza del territorio;
-EE indica itinerari per escursionisti esperti, che implicano una capacità di muoversi su terreni impervi. Necessitano esperienza e preparazione fisica:
-EEA indica percorsi per escursionisti esperti con attrezzatura. I sentieri sono attrezzati o sono vie ferrate, per i quali è necessario l’uso di imbragature, moschettoni e l’attrezzatura necessaria.

Per chi ha un cane, andare in montagna accompagnati dai propri amici a quattro zampe è un’esperienza bellissima.

Ci sono però alcune regole di comportamento da seguire per la propria sicurezza, per quella degli altri, ma anche per quella del cane stesso.

Il Soccorso Alpino della regione Veneto ha diramato una comunicazione nella quale invita a seguire alcuni comportamenti quando si va in montagna con il proprio cane.

Capita spesso infatti, si legge nella nota, che il Soccorso alpino venga chiamato per aiutare i padroni a recuperare i cani scesi in un canale, su una parete o persi nel bosco. È bene quindi mantenere il guinzaglio al proprio cane, quando ci si muove in montagna, soprattutto dove la presenza di animali selvatici è maggiore. Non farlo può mettere a rischio l’incolumità del cane e degli stessi proprietari, soprattutto se si tratta di un cane giovane, verrà attratto da odori di altri animali e sarà facile che si perda.

Ciò è indicato soprattutto se non si è completamente sicuri della loro obbedienza, scrive il Soccorso Alpino “anche se ci fa un immenso piacere vederli muovere in libertà”.

Segue poi invitando all’attenzione nei giorni particolarmente caldi e ad evitare improvvisi faccia a faccia con vipere, che potrebbero reagire mordendo. Infine, anche i nostri cani hanno sete e bisogno di ombra, come noi. È importante quindi portare acqua a sufficienza per entrambi e una scodellina dove versarla, oltre a fare qualche paura tra gli alberi “per rinfrescarvi e prendere fiato!”.

Non tutti forse sanno che non esiste solamente il mal d’auto o il mal d’aereo, ma che esiste anche il mal di montagna.

Il mal di montagna, detto anche malattia da altitudine, è il termine utilizzato per definire disturbi che insorgono quando l’organismo di una persona non si adatta alle nuove altitudini.
Più si sale in montagna infatti, più diminuisce la pressione parziale di ossigeno nell’aria che viene inspirata. Ciò è ancora più evidente dopo i 3000 metri di altitudine.

Il corpo per adattarsi alle nuove condizioni tende ad aumentare sia il ritmo cardiaco, sia la velocità del respiro. Per alcune persone però questo adattamento può essere complesso ed è allora che compaiono alcuni sintomi come mal di testa, nausea, inappetenza, vertigini, spossatezza e insonnia. Spesso i sintomi aumentano con l’aumentare dell’altitudine e dell’attività fisica effettuata. Solitamente i sintomi tendono a regredire fino a scomparire: basta far riposare il fisico ed aiutarlo ad adattarsi. Esiste però anche una complicazione sera che è l’edema polmonare acuto e che provoca insufficienza respiratoria per presenza di liquido nei polmoni.
In questo caso insorgono tachicardia, tosse forte, cianosi, prostrazione e necessità di un soccorso medico tempestivo.

Per prevenire il mal di montagna è bene innanzitutto raggiungere la meta prestabilita gradualmente, in modo da dare al fisico il tempo di adattarsi. È bene inoltre affrontare un percorso in montagna per il quale si è allenati, limitare il consumo di alcolici e non assumere sonniferi. Se i sintomi non regrediscono, è meglio scendere di quota.

Il mal di montagna è diffuso tra i bambini piccoli: per questo si sconsigliano soggiorni al di sopra dei 1600 metri di altezza durante il primo anno di vita. Deve prestare attenzione e consultarsi con un medico anche chi presenta problemi polmonari e cardiaci.

Sul mal di montagna si stanno facendo molte ricerche, per capirne le insorgenze, ma soprattutto per individuare possibili cure, anche preventive. O.N.E PROJECT RESEARCH è uno di questi progetti e si è incentrato sulla possibilità di contrastare i malesseri collegati alle attività in montagna con tecniche respiratorie specifiche.

L’innovazione della ricerca sta nell’aver cercato una soluzione al problema degli alpinisti nelle profondità del mare e delle apnee. Sembra infatti che le tecniche respiratorie utilizzare nelle apnee in profondità possano offrire notevoli vantaggi al corpo, utili per affrontare anche la salita in alta quota. Le sperimentazioni previste dal progetto prevedono l’allenamento respiratorio durante l’avvicinamento alle montagne in programma, il monitoraggio dei parametri fisici con strumenti medici.

Le prime sperimentazioni del progetto si terranno sul Monte Rosa dal 2 al 5 agosto 2018. Si andrà poi in Argentina con la salita dell’Aconcagua, a gennaio 2019 e come ultimo in Nepal sull’Everest ad agosto 2019. Sarà coinvolto nella sperimentazione un gruppo definito di “non atleti” e due medici.

Proprio gli eventi di questi giorni, ci portano sempre di più ad evidenziare che essere informati e preparati può fare la differenza, quando si affronta a qualsiasi livello una escursione.

Per questo riteniamo quanto mai utile, segnalarvi iniziativa del  progetto nazionale  Sicuri in Montagna che come da consuetudine vedrà impegnati i professionisti della montagna,Tecnici del Soccorso Alpino, Istruttori, Accompagnatori del CAI, Guide Alpine, domenica 17 Giugno, in preparazione della stagione estiva legata alle diverse discipline escursionistiche dispensare utili consigli sulla prevenzione.

Sul sito ufficiale legato all’evento troverete i dettagli della iniziativa www.sicurinmontagna.it .

Locandina evento SICURI IN MONTAGNA 2018

Xia Boyu è solo uno dei tanti, ma non per questo la sua impresa è meno spettacolare.

70 anni, senza entrambe le gambe dal ginocchio, l’alpinista cinese non si ferma davanti a nulla; nel 1975 ha perso i piedi durante la sua prima scalata dell’Everest, in seguito ha subito altre amputazioni conseguenti al cancro.

Fece di nuovo nel 2014 un altro tentativo di raggiungere gli 8000, ma una valanga uccise 16 sherpa e lui ne uscì illeso; nel 2015 dovette invece rinunciare a causa del terremoto. Nel 2016 fu la volta del maltempo.

Eppure Xia Boyu è di nuovo deciso a provarci, nonostante le difficoltà esterne o del proprio corpo. Mollare, significherebbe rinunciare ad un obiettivo, arrendersi e per Xia Boyu, non è una soluzione percorribile.

Come lui, ci sono tantissimi altri alpinisti, da ogni parte del mondo, che nonostante la propria disabilità, sono determinati a non abbandonare una passione, a non rinunciare alla sfida, a quello che probabilmente è uno dei loro principali obiettivi: Mark Inglis, Hari Budha Magar, Erik Weihenmayer, Arunima Sinha, Rob Hill sono solo alcuni esempi di come le barriere dell’alpinismo siano molto spesso solamente mentali.

Quest’anno la Corte Suprema nepalese ha cancellato anche il divieto imposto che impediva alle persone con disabilità di affrontare le scalate delle grandi vette nepalesi. La Corte Suprema ha definito la norma una “palese violazione dei diritti umani così come garantiti dalla Costituzione e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”.

Tutto questo fa pensare pensare ad altri grandi che hanno saputo trasformare la loro condizione in opportunità, come il pilota Alex Zanardi.

Ancora una volta l’alpinismo e in generale la montagna ci mettono di fronte ai nostri limiti e i grandi ci ispirano mostrandoci come è possibile superarli, con la determinazione tipica di queste discipline.